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Primo racconto nel mio scaffale, ovviamente dovete lasciare un commentino sotto!
Grazie.




Il Cubo di Rubik


Sono le 9 del mattino e sono già al secondo caffè. Mi guardo allo specchio distrattamente, senza soffermarmi troppo, in modo da non spaventarmi di prima mattina. Vedo lo stesso le due bellissime borse che mi ritrovo sotto gli occhi.
Pazienza, ci ho fatto l’abitudine e nessuno è perfetto.
Perfezione, alt. Concetto utopistico e astruso. La perfezione non esiste, quella assoluta.
Mi sciacquo velocemente il viso e torno davanti al mio foglio bianco, niente tecnologia oggi.
Devo consegnare un breve saggio, non oltre le mille parole, entro le 14 di questo pomeriggio, cosa che mi sta sinceramente risucchiando ogni energia mentale.
Il problema non è scriverlo.
Non ho mai avuto problemi a scrivere, chiedetelo pure alla mia maestra delle elementari, dev’essere ancora scioccata dalla descrizione colorita e fenomenale che diedi della mia famiglia nella prima “composizione letteraria”.
Sei pigra, ti sei ridotta all’ultimo.
Non è vero!
Nei momenti meno opportuni la mia coscienza si diverte a torturarmi, che poi abbia la stessa voce di mia madre è un altro discorso.
Non ho perso tempo e non mi sono ridotta all’ultimo, stavo semplicemente riordinando le idee sul tema che mi ha assegnato il professore.
La verità.
Sbuffo e il mio sguardo vaga per la stanza finché non viene catturato dal Cubo di Rubik adagiato con noncuranza vicino al portatile spento.
Prendo quel bellissimo rompicapo colorato in mano e inizio a risolverlo.
Mi piace, lo faccio sempre e in pochi minuti.
Oh non ci posso credere, ecco l’idea.
La verità è un enigma. E’ un incastro di eventi passati, presenti e futuri che in base alle circostanze acquistano diversi significati. La verità in senso assoluto non esiste, gli stessi uomini ripensando alle origini della loro specie e dell’intero universo si basano su prove raccolte negli anni, che sicuramente non possono concretizzarsi  in verità assolute, anzi vanno modificandosi nel corso del tempo.
Troppo cinico?
Lascio la matita sulla scrivania, mi alzo dalla sedia e mi avvicino all’acquario. La mia mente vaga nel passato, ripensando a quante verità ho avuto modo di ascoltare nel tempo da mille e mille persone, verità scomode, verità sofferte e verità a metà.
Per me.
Per loro erano tutte verità intere naturalmente.
Mi davano in mano cubi non risolti facendomi credere che lo fossero.
Eppure era così palese, era divertente poi ricostruire le facce colorate.
Dopo aver versato un po’ di cibo ai pesci torno a sedermi.

La menzogna non esiste. Il mentire non è l’atto di celare o omettere qualcosa, il mentire è riconducibile semplicemente all’atto di fornire un’altra versione di una storia.
In questo modo, il mondo è perfetto, poiché la menzogna è  in realtà una verità relativa.
I nostri politici non ci mentono, la Chiesa non ci mente, le religioni del mondo intero non mentono,  i padri non mentono alle figlie, i fidanzati non mentono alle fidanzate e viceversa, raccontano semplicemente altre facce della verità.
Raccontano la loro verità…personale, sta poi al pubblico più fine d’intelletto raccogliere le informazioni e catalogarle nel modo giusto.
Ok, non volevo infilare nel mio breve saggio frecciatine su politica e clero, ma tanto ormai le ho scritte!
Suona il telefono.
E’ il tuo ragazzo?
Oh vero tu non ne hai perché sei troppo asociale…
Indovinate?
Bravissimi, è la mamma-coscienza che torna all’attacco.
Non ho un ragazzo ok, ma non voglio star qui a ripensare alla mia inesistente vita amorosa, ci ho provato ma non ho mai trovato una persona che mi completasse nel mondo giusto, nessuno che vedesse me per quello che sono e poi sinceramente non avevo voglia di districare i loro enigmi.
Io sono una ragazza normale, che cerca la sua giusta collocazione in questo mondo sempre più alla deriva.
Non ho fronzoli in testa e non mi agghindo come una Barbie per essere notata anche a miglia di distanza.
Io sono Amelia Hallym. Punto.
Io preferisco stare in disparte per osservare meglio e senza influenze esterne ciò che mi circonda, non per niente ho scelto psicologia!
-Pronto…-
- Amy sono Elise. Hai finito il saggio?-
Ecco, giusto per citare gli amici.
 Elise è la mia migliore amica da sempre praticamente.
-Ci sono quasi, ancora poco e ho finito. Tu?-
-Fatto! 999 parole!-
La solita secchiona, penso sorridendo.
-Ma grande! Ok ci vediamo a lezione, vedo di terminare sto supplizio.-
-Bene, a dopo!-
Che stavo dicendo?
Ah sì, io non regalo enigmi al mio prossimo, io li risolvo al massimo.
Rileggo le poche righe scritte fino ad ora e continuo.
Presentare una verità che non sia un rompicapo cangiante come la pelle di un camaleonte o incompleta con tasselli volutamente omessi o persi, come un puzzle, comporta coraggio, voglia di affermare la propria personalità e un’aperta dichiarazione al prossimo che si crede nelle proprie idee e nei propri ideali senza nessuna riserva.
Una verità del genere comporta, insomma, grande forza interiore e senso di responsabilità.
Modi di essere, sensazioni e atteggiamenti che vanno sempre più scemando.  La comodità di ripararsi dietro a false costruzioni mentali primeggia sull’uomo debole e si radica talmente bene in lui da portarlo a credere vivamente in quello che dice, quasi da non ricordare più com’era veramente la storia all’inizio.
Si, ma io ho sempre avuto il dono di sentirne la puzza…da lontano, già a partire dai tempi di Babbo Natale.
Ho sempre avuto il sesto senso…in quel senso, sbaglio solo i numeri quando gioco alla lotteria.
La natura dell’uomo è instabile e imperfetta, è l’animale più impuro su questa Terra. L’evoluzione non ha privilegiato coraggio e nobiltà d’animo.
La verità è fede, è conoscere se stessi, è voglia di migliorarsi.
La verità è crescita.
La verità è una scelta, la scelta di chi racconta la storia e di chi la ascolta.
Soprattutto di chi la ascolta, sta a lui usare pazienza e virtù per ricostruire la faccia del cubo oppure decidere di lasciar perdere e non sprecare più il suo prezioso tempo con enigmisti.

Io ho fatto così in fondo.
Ho finito, non è un capolavoro ma è tardi, scappo a lezione!

1 commento:

  1. Bello! Molto interessante il tuo modo di scrivere, hai talento!

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